Negozi a tempo pieno: favorevoli o contrari?

Dal 1° gennaio di quest’anno tutti i negozi d’Italia possono essere aperti a qualsiasi ora del giorno e anche nei festivi, senza vincoli né obblighi di chiusura domenicali o infrasettimanali.
L’obiettivo della nuova norma è semplice: far girare l’economia.
La liberalizzazione degli orari di apertura dovrebbe anche stimolare la concorrenza soprattutto in termini di fidelizzazione della clientela. Si spera poi in un abbassamento dei prezzi con relativo aumento della capacità di acquisto dei consumatori.

Vediamo allora pro e contro.

Nonostante si siano formati due schieramenti opposti, chi la ritiene una novità positiva e necessaria per i ritmi della vita moderna e chi la critica fortemente dal momento che in questo periodo di crisi le vendite sono comunque in calo, sta di fatto che gli orari “liberi” erano già una realtà in molte località italiane.
Infatti, la liberalizzazione degli orari era già stata introdotta dal precedente governo per le città d’arte e i luoghi a vocazione turistica. I turisti stanno in giro tutto il giorno, in vacanza si concedono qualche sfizio, e poi, tra souvenir e prodotti tipici, non tornano mai a casa a mani vuote.
In ogni caso, orari continuati e aperture domenicali non erano più un’eccezione, bensì la regola anche nelle grandi città, soprattutto nei periodi di forte affluenza come quello natalizio, e dovunque fosse richiesto, i comuni hanno quasi sempre concesso le autorizzazioni.

Tra i “contrari” c’è chi sostiene che la liberalizzazione favorirebbe le grandi catene ed i centri commerciali a discapito dei piccoli negozi. Volendo, invece, vedere il bicchiere mezzo pieno, si potrebbe considerare l’opportunità di avere orari di apertura più lunghi e, comunque, più liberi ed elastici come una buona occasione offerta anche alle piccole attività per fare concorrenza alla grande distribuzione.

Non sappiamo se la liberalizzazione degli orari dei negozi farà davvero spendere di più gli italiani. Quello che ci auguriamo, però, è che consenta loro di spendere meno e meglio.

Del resto, si tratta solo di un’opportunità e non di un obbligo per i commercianti. Perciò, chi sa di offrire qualità a prezzi convenienti, non avrà nulla da temere, anzi avrà tutto da guadagnare.

11 risposte a “Negozi a tempo pieno: favorevoli o contrari?

  1. io sinceramente non riesco a capire cosa vogliono risolvere tenendo i negozi aperti 24 h!! chi andrà a comprare se oggi non ci sono più neanche i soldi per comprare il pane? i lavori non ci sono e quindi mi domando con quali soldi le persone vanno a comprare nei negozi?

  2. Vorrei sapere su quali basi di calcolo, vengono fatte le deduzioni che orario di lavoro più lungo, è uguale a maggior incasso e quindi rimettere in moto la macchina dei consumi. Questo può valere se fosse un commerciante su dieci a rimanere aperto fino a tarda serata, ma se tutti rimanessero aperti in ugual maniera, l’incasso sarebbe uguale a differenza che spalmato in orari più lunghi. Faccio un esempio: Se un quartiere di un piccolo centro, consuma 100 kg di pane al giorno, puoi rimanere aperto anche fino alle 24 ma il consumo del pane rimarrà lo stesso. Poi per l’evasione, non è vero che se tutti pagassero per intero le tasse ci fosse un benefico per tutti, la prima cosa che aumenterebbe sono i prezzi poiché se lo stato chiede il 60% del reddito , l’autonomo con il restante 40% ci paga le spese per mantenere in piedi l’attività…affitto, energia, commercialista, telefono ecc… e quindi per avere un utile, non resta che aumentare i prezzi.

  3. ah dimenticavo….. perché non estendere l’happy hour anche a tutte le categorie merceologiche?
    Esempio: un negozio di abbigliamento, l’80% dell’incasso lo fa la sera dopo le 17,00… la mattina ad esempio per l’orario che va dalle 09,00 alle 10,30 effettua uno sconto del 15% . Il consumatore ne trarrebbe un benefico, il negoziante ha riempito l’orario morto.

  4. CONTRO L’EVASIONE FISCALE: DARE LA POSSIBILITA’ AL CITTADINO DI POTER SCARICARE I COSTI, GIORNALIERI, CIOE’ GENERI ALIMENTARI, ABBIGLIAMENTO,LAVORI EDILI, MANUTENZIONI VARIE, TUTTO …OGNI VOLTA CHE SI VA’ ANCHE AL BAR. IL CITTADINO TRAMITE LO SCONTRINO FISCALE, FARA’ UNA PRIMA NOTA , ESEMPIO: TRIMESTRALE, IN QUESTO MODO SI DOVRA’ ANDARE DA UN COMMERCIALISTA, COSI AUMENTEREBBE IL LAVORO PER GLI STESSI, ASSUMENDO DI CONSEGUENZA PERSONALE, IN QUESTO MODO SI RIDURREBBERO LE RITENUTE FISCALI, IN BUSTA PAGA AUMENTANDO O STIPENDIO, COSI AUMENTA IL POTERE DI ACQUISTO, MA SOPRATUTTO SI ELIMINEREBE IMMEDIATAMENTE IL LAVORO NERO, PERCHE’ OGNUNO VORRA’ LA FATTURA DEI LAVORI ; IDRAULICO, MURATURA, ELETTRICISTA, MECCANICO, PAGANDO TUTTI LE TASSE A SUA VOLTA SI ABBASSANO, ALLORA SI CHE VALE LA PENA RIMANERE APERTICON IL NEGOZIO AD ORARIO CONTINUATO PERCHE’ C’E PIU’ POTERE DI ACQUISTO. SI DEVE PUNTARE AD ESEMPIO SUL FOTOVOLTAICO, PERCHE’ PORTEREBBE TANTISSIMO LAVORO IN EDILIZIA, SI ABBASSEREBBERO A DISMISURA I COSTI PER GLI IMPIANTI STESSI, AVREMMO ENERGIA PULITA E TANTO LAVORO, NESSUNO EVADE PIU’….RISOLTO IL PROBLEMA..!!…DARE LA POSSIBILITA’ AL CITTADINO DI PORTARSI IN DETRAZIONE TUTTI I COSTI….TUTTI…!!!…SE RIPARTE L’EDILIZIA RIPARTE TUTTO IL COMMERCIO..PERO’ CI SI DEVE SBRIGARE…!!!…SE DA DOMANI IL CITTADINO POTESSE PORTARE TUTTO IN DETRAZIONE…..VEDRETE COME RPARTE IL TUTTO…!!!…SALUTI E BUON LAVORO

  5. In linea di massima sarei favorevole a togliere tutti i vincoli e i divieti che a volte intralciano la libera iniziativa commerciale. In questo caso però temo che a farne le spese saranno proprio i piccoli o medi negozi di vicinato già soffocati dalla concorrenza dei grandi Centri Commerciali. Infatti i Centri Commerciali possono contare su un numero elevato di dipendenti da far turnare, mentre per i negozi, spesso a conduzione familiare si tratterebbe di dover lavorare tutti i santi giorni della settimana…. oppure chiudere. Perchè la concorrenza è difficile farla contro i colossi del commercio che hanno un forte potere contrattuale anche per determinatre i prezzi di acquisto delle merci e poter vendere a costi ridotti che un commerciante non si può permettere. Inoltre penso che sia giusto avere almeno un giorno della settimana da poter passare in maniera diversa, riscoprendo anche un modo diverso di trascorrere il tempo libero che non sia, purtroppo, il solito Centro Commerciale.

  6. Fare la spesa la domenica è sì una comodità per chi lavora tutta la settimana, ma un’offerta commerciale, in Lombardia, dalle 7 alle 22 per tredici ore quotidiane e per la grande distribuzione anche per ventidue domeniche all’anno di apertura (a parte Orio e qualche altro) non costituisce un’amplissima possibilità di scelta? Non sono sufficienti per lo shopping?
    Certo ci sono già tante categorie che lavorano la domenica nei servizi essenziali, Medici del pronto soccorso, vigili del fuoco, mezzi pubblici.
    Ma se fare shopping è un servizio essenziale da garantire 365 giorni all’anno, allora per servizio devono essere aperti anche gli uffici pubblici, le banche, la posta, i medici di base.
    Invito poi chi dice che i lavoratori del commercio possono comunque riposare in giorno diverso dalla domenica, a provare a fare il proprio riposo settimanale di lunedì anziché la domenica (giorno in cui tutti i suoi affetti sono in festa), e sentire poi che ne pensa.
    Si rispetti anche chi non vuole scimmiottare l’american-life e il fast-life, ma che vuole uno stile di vita più lento, più adeguato ai tempi dell’uomo e delle relazioni sociali.
    È poiché la crisi in atto è la conseguenza di questo sistema consumistico e decadente di valori, ritengo che nelle domeniche e nelle feste si devono “consumare” soprattutto i beni relazionali tra le persone, prima ancora che quelli materiali.

  7. Nessuno riesce mai a vedere dalla base ogni tipo di argomento o situazione e risolverne quindi i relativi problemi, oppure non si vuole centrare mai il vero problema per far si che si creino ulteriori situazioni di comodo per tutti, perchè è vero che noi italiani siamo un popolo di geni e lavoratori, ma col fatto che non vogliamo più destinare i propri sforzi (non in maniera eccessiva) ed i propri talenti in lavori che non si fanno più da tempo o quelli veramente creativi, si rischia di portare la produzione dell’italia intera a 0 e, pertanto, l’economia, già fra i tanti problemi che non sto qui ad elencare, non gira come dovrebbe e, quindi, gli sforzi fatti da aziende di alcuni settori necessari, svaniscono in perdite varie finanziarie, comprese quelle decise di volta in volta da diverse manovre di governo, per compensare settori in crisi perche’ simili ed inutili, ove bisogna oramai sostentare tutto il sistema che li ha retti finora, con grave carico di spesa per le aziende stesse e quindi per famiglie messe in seguito ad assunzioni che volgono ormai a licenziamenti e aggravi di spesa per tutta l’economia. con questo “cane che si morde la coda”, si vuole far comprendere che tutti vogliono fare gli stessi lavori perchè più accoodanti o perchè nel frattempo si trovano ormai 300 laureati in più di diverse categorie hce vogliono fare gli avvocati, i farmacisti, etc. perchè nel frattempo non hanno voluto fare un … o quasi nella loro vita nella speranza, di conquistare un posto in qualche ufficio o qualche cattedra etc, per cercare di quadagnare molto di più a fronte di una vita sempre con più benessere e con più ore per il tempo libero. porprio per questo si colpevolizzano le future liberalizzazioni con la certezze ad esempio che più farmacie daranno la possibilità agli utenti di fare vere e proprie turnazioni, in modo che troveranno aperte le stesse h 24 quando è veramente necessario, ma questo sarà impossibile immaginarlo perchè tutti intenderanno fare orari comodi di apertura e chiusura tutte insieme. Queste modalità ovviamente saranno più costose alle aziende per regole economiche dettate dal mondo del lavoro e poco attuate e la spesa sara solamente suddivisa con pochi guadagni fra aziende della stessa categoria che non potranno fare nuove assunzioni come si prevede, ma soltanto nuovi imprenditori più poveri e debitori verso lo stato

  8. Io non ci trovo sinceramente nulla di male. In Europa la maggior parte dei negozi non fa la pausa pranzo, c´è una grande fascia di persone che potrebbe approfittarne, questo vale anche per eventuali aperture serali. In generale, un commerciante dovrebbe essere libero di gestirsi gli orari di apertura in base alle esigenze della sua clientela. Questo non significa ovviamente che tutti i negozi resteranno aperti 24 ore su 24. A me pare un buon passo in avanti, non capisco gli scetticismi. Maggiore flessibilità poi non significa necessariamente che tutti dobbiamo consumare di più pur in tempi di crisi, solamente che ci si può adattare meglio alle varie esigenze.

  9. La maggior parte delle persone che sono favorevoli a questa iniziativa sono persone che lavorano solo dal lunedì al venerdì e che non lavorano nella grande in negozi o centri commerciali.Io lavoro all’interno di un ipermercato e vi posso assicurare che ora non riesco a stare più con la mia famiglia visto che lavoro tutte le domeniche.E’ vero che ho il riposo settimanale,ma mio marito il giorno che io stò a casa è a lavorare,quindi ora non si esce più per una passeggiata visto che solo la domenica andavamo in giro essendo e riuscivamo a stare insieme trascorrendo una piacevole giornata.Ora invece NO!Vi sembra giusto che tutto questo?Allora tutte le persone che come me svolgono questo lavoro devono sacrificare la famiglia?E POI NON è ASSOLUTAMENTE VERO CHE LE PERSONE COSì SPENDONO VISTO CHE I PROFITTI NON SONO UN GRAN CHè.Io spero che si ritorni al passato visto che anche il SIGNORE IL SETTIMO GIORNO SI RIPOSò.

  10. io credo che sia utile sia per i commercianti che per i consumatori, questo perchè ci sono contratti nazionali del lavoro che non possono essere raggirati o ignorati e ciò porterebbe all’assunzione di più dipendenti da parte dei commercianti per coprire le ore necessarie di lavoro aumentando così il potere d’acquisto della popolazione, i consumatori avrebbero la possibilità di uscire a prendere quello di cui hanno bisogno a qualsiasi ora aumentando il volume d’affari del commerciante e questo creerebbe un maggior giro d’affari da parte di tutti e una conseguenete riapertura economica da parte del paese.

  11. E’ chiaro che l’orario prolungato favorisce certi consumatori, sfavorendole altri: quelli che sono costretti a lavorare per “offrire” l’opportunità di acquistare nelle festività. Si ottiene solamente che l’incasso ottenibile in 6 giorni si spalma su 7. Conseguentemente i titolari d’aziende piccole e piccolissime, che non dimentichiamo costituiscono (o costituivano…) la grandissima parte del tessuto cittadino con servizi e prodotti, dovrebbero adeguarsi per far fronte ai ricatti della Grande Distribuzione Organizzata che obbliga i propri dipendenti a turnare nella settimana con scarso rispetto delle persone e delle famiglie! Provate a contare quante persone lavorano in un supermercato, il servizio offerto e confrontarlo con una via cittadina. Nella mia via ci sono una trentina di negozi con 2-3 persone per attività. Questo è dare lavoro. E la domenica si sta a casa, si vive con la famiglia. Chi non ha provato la gestione in proprio di un lavoro con tutte le problematiche che nascono ogni giorno su tutti i fronti, fa veramente fatica a comprendere chi vive in questo modo. L’acquisizione di un nuovo collaboratore sapete cosa significa direttamente? Più lavoro? Di sicuro più spese! Per chi non lo sa ricordo che la paga che riceve un dipendente costa al datore di lavoro ITALIANO circa il doppio, cioè per 1000,00 di paga netta il datore spende circa 2200,00 -2300,00. In Olanda o in Spagna il 1000,00 arriva a 1500,00. Fatti i conti “della serva” con il costo di 2 italiano si possono avere 3 olandesi. Questo maggior costo cade sul prodotto finale che si chiami pane o abito o giornale o automobile o…..pensiamoci!
    Noi, è evidente da come parlo, i negozianti, siamo responsabili dei nostri collaboratori, cerchiamo la fiducia e la relazione con i nostri clienti cercando di dare loro il massimo.
    Però, come nostro Signore, ci si ferma, si esce dal lavoro per respirare e avere esperienze reali con familiari ed amici. Le prime volte che uscivo la domenica, dopo la decisione presa anni fa di tenere chiuso in questo giorno, mi sentivo un extraterrestre! Vedere persone, condividere momenti quotidiani.
    Vi invito, tutti voi che leggete, ad approfondire controllando quello che vi dico, parlando con negozianti e commessi e vi sollecito a servirvi dei piccoli negozi di quartiere linfa della nostra Italia. Non fermatevi alle apparenze! Buona domenica a tutti!

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