Danno da infedeltà coniugale: per la Cassazione è risarcibile

Il tradimento, si sa, è la principale causa delle crisi coniugali. Dalle indagini statistiche emerge che gli italiani sono sempre più infedeli, che si tradisce più in città che in provincia e così via. Se, da un lato diminuisce il senso di colpa di chi tradisce, dall’altro rimane costante il livello di sofferenza e di offesa percepito da chi il tradimento lo subisce. Ma la Cassazione ora ha stabilito che il tradito ha diritto ad un risarcimento danni…

Quando “portare le corna” diventa insopportabile ed è impossibile proseguire la convivenza, è possibile rivolgersi al Giudice e chiedere una separazione giudiziale con addebito. Il presupposto della pronuncia con addebito è che l’infedeltà sia stata la causa e non la conseguenza della crisi matrimoniale. Le conseguenze giuridiche per il coniuge a carico del quale viene presa tale pronuncia sono: l’esclusione del diritto al mantenimento, nonchè la perdita della qualità di erede riservatario e di erede legittimo.

Ma a prescindere dalla separazione giudiziale, anche quando i coniugi abbiano optato per una separazione consensuale, se il tradimento è stato particolarmente plateale ed offensivo della dignità e dell’onore del coniuge fedele, questo può chiedere il risarcimento dei relativi danni. Questo è il principio che ha stabilito una settimana fa la Corte di Cassazione.

I doveri che derivano dal matrimonio, infatti, non sono di carattere esclusivamente morale, ma hanno anche natura giuridica. Di conseguenza, quando la loro violazione comporta la lesione di diritti costituzionalmente protetti (salute, dignità, onore), magari perchè l’infedeltà è particolarmente plateale o comunque “trasmoda” in comportamenti offensivi e irrispettosi, il coniuge “con le corna” può chiedere il risarcimento dei relativi danni morali.

Il caso a cui fa riferimento la sentenza della Cassazione non è poi così raro: una donna tradita dal marito in maniera plateale e per lei particolarmente frustante, stante la notorietà della relazione extraconiugale con una donna, anch’essa sposata. Da qui l’importanza della pronuncia che potrebbe aprire il varco ad una lunga serie di cause avviate da mogli e mariti traditi per “farla pagare” ai consorti chiedendone la condanna al risarcimento dei danni da infedeltà coniugale.

Avv. Valeria Gritti
Casa del Consumatore – sede di Genova

5 risposte a “Danno da infedeltà coniugale: per la Cassazione è risarcibile

  1. E’ sempre quello che ho sostenuto da anni anche in occasione di vari incontri e Seminari che periodicamente tengo con gli Avvocati matrimonialisti.
    Alcuni pero’ non sono ancora molto convinti e,spesso,non consigliano ai clienti che hanno subito un tradimento di rivolgersi ad un Investigatore Privato per la ricerca delle Prove necessarie.

  2. Salve,
    questo è uno dei motivi per cui le persone, che ovviamente hanno questo sospetto, preferiscono separarsi esibendo le prove dell’infedeltà. L’altro motivo, non secondario, è quello di dimostrare al proprio coniuge, foto alla mano, che è ora di non negare più l’evidenza. Massimiliano

  3. Concordo con il collega Massimiliano, dimostrare il nesso causale dell’infedeltà coniugale è divenuto fondamentale per poter richiedere l’addebito in fase di separazione. Il lavoro dell’investigatore privato è dunque l’unico strumento legale per poter avere prova piena di quanto sostenuto.

  4. Finalmente è ora di chiarire l’importanza del ruolo professionale dell’investigatore privato, bisogna avere piena consapevolezza sul lavoro che questi professionisti svolgono per noi.

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