Cinque ragioni per dire NO al vaccino

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo contributo che, a seguito del nostro Vaccino H1N1: avete letto il bugiardino?, ci ha inviato il Dottor Tancredi Ascani, medico omeopata di Perugia che ha approfondito a lungo il tema della vaccinazione contro l’influenza A/H1N1.

1. Efficacia scarsa o nulla. Numerosi studi hanno mostrato che i vaccini iniettabili dell’influenza offrono poca o nessuna protezione contro le infezioni e le malattie e non c’è ragione di credere che i vaccini contro l’influenza suina saranno diversi:
a) nei bambini: in una revisione del 2008 di più di 51 studi che hanno coinvolto nel complesso più di 294.000 bambini, si è arrivati alla conclusione che “non c’è nessuna evidenza che la somministrazione di un vaccino antinfluenzale a bambini dai 6 ai 24 mesi di età sia più efficace del placebo” [cioè di un finto farmaco]. Nei bambini sopra i due anni d’età i vaccini iniettabili, fabbricati a partire da virus inattivi, prevenirono l’influenza solo nel 59% dei casi. La prevenzione della “sindrome simil-influenzale”, causata cioè da altri tipi di virus, fu rispettivamente solo del 33% e del 36% (e secondo un dato che arriva dal Laboratorio di rife­rimento della Lombardia all’Università di Milano, su 700 tamponi prelevati a persone non ricoverate, soltanto la metà è risultata positiva per l’H1N1). Non fu possibile analizzare la sicurezza dei vaccini dagli studi per l’assenza di informazioni e la mancanza di standardizzazione delle poche informazioni disponibili. Un rapporto pubblicato sempre nel 2008 stabilì che i vaccini antinfluenzali nei bambini piccoli non diminuirono la quantità di visite mediche e ospedaliere dovute all’influenza;

b) nei bambini asmatici: esiste uno studio compiuto su 800 bambini sofferenti di asma, metà dei quali sono stati vaccinati contro l’influenza mentre l’altra metà non ha ricevuto il vaccino. I due gruppi furono messi a paragone per ciò che riguarda visite cliniche, visite di pronto soccorso e ricoveri ospedalieri legati all’asma. Conclusione: “Questo studio non è riuscito a fornire alcuna evidenza che il vaccino antinfluenzale prevenga dai peggioramenti dell’asma pediatrico”; 

c) negli anziani: in una revisione di 64 studi con anziani che vivono in ospizi, le vaccinazioni antinfluenzali non sono state significative nel prevenire l’influenza. Per i più anziani che vivono in tali comunità i vaccini non sono stati (significativamente) efficaci nel prevenire influenza, sindromi para-influenzali o polmoniti. Altri studi hanno dato risultati simili tant’è che possiamo dire che non ci sono prove scientifiche sufficienti che dimostrino l’efficacia del vaccino antinfluenzale nel ridurre la mortalità negli anziani.

2. Insufficienti prove sulla sua sicurezza. Il vaccino ha ricevuto l’autorizzazione dall’EMEA solo in virtù delle “circostanze eccezionali” (stato di pandemia dichiarato dall’OMS il quale ha modificato la definizione di pandemia prendendo in considerazione solo la diffusione della malattia e non anche la mortalità elevata, come la definizione corretta vorrebbe) perchè sappiamo molto poco sulla sua sicurezza vista la fretta in cui è stato preparato e messo in commercio. Non a caso, per la prima volta in caso di vaccino antinfluenzale, chiunque si vaccinerà sarà costretto a firmare un foglio dove si sollevano gli operatori sanitari e le ASL da qualsiasi responsabilità sugli eventuali effetti collaterali del vaccino. Il migliore studio sul vaccino contro l’influenza A fin’ora disponibile è uscito il 10 Settembre 2009, nella versione on-line del New England Journal of Medicine. Questo studio ci dice veramente poco perché:

a) ha coinvolto un numero eccessivamente ristretto di persone, solamente 175 adulti, ed è noto che gli effetti collaterali più gravi compaiono nel rapporto di uno ogni migliaia di persone vaccinate. Quest’ultimo potrebbe sembrare un dato rassicurante ma non è affatto così perché dobbiamo sempre considerare il fatto che il vaccino verrà somministrato a milioni di persone, la maggior parte delle quali, sane. Facciamo un esempio: tra gli effetti molto rari che si manifestano in meno di un caso ogni 10.000 persone vaccinate possiamo avere degli effetti collaterali anche molto gravi come lo shock anafilattico, vasculiti, disturbi neurologici, encefalomieliti e una forma di paralisi nota come Sindrome di Guillàin-Barrè (GBS). Se noi calcolassimo un solo caso di tali effetti collaterali ogni 20 mila persone, moltiplicato per 20 milioni di vaccini (in Italia si vuol vaccinare almeno il 40% della popolazione) avremmo 1000, persone precedentemente “sane”, colpite da malattie gravissime indotte dal vaccino;

b) un terzo di questi volontari ha avuto effetti collaterali identici ai sintomi influenzali (febbre, mal di testa, mal di gola, malessere generale, dolori muscolari e articolari ecc), quindi il vaccino provoca, in maniera “molto comune”, proprio quei sintomi che dovrebbe prevenire;

c) non vi era alcun gruppo di controllo a cui è stato dato un placebo [un gruppo al quale sia stato somministrato un finto vaccino per fare un confronto];

d) lo studio è durato solo 3 settimane, un tempo troppo breve per fornire una sufficiente sicurezza, soprattutto verso l’eventuale insorgenza di malattie autoimmuni e neurodegenerative che il vaccino potrebbe provocare e che impiegherebbero ben più tempo a manifestarsi.

3. Il vaccino può essere potenzialmente molto pericoloso. Quasi tutti i vaccini che saranno disponibili in Europa conterranno sostanze potenzialmente molto pericolose come il Tiomersale, composto neurotossico a base di mercurio (che già nel 2000 la Food and Drug Administration – FDA – chiese di togliere dai vaccini per i potenziali rischi per la salute), la formaldeide, sostanza cancerogena per la specie umana e lo squalene, fortemente sospettato di provocare gravi malattie autoimmunitarie e neurodegenerative. Una ricerca del 2000, pubblicata nell’American Journal of Pathology, dimostrò ad esempio che una singola iniezione del coadiuvante squalene sui topi, ha attivato “una infiammazione cronica, mediata immunologicamente sull’articolazione” detta anche artrite reumatoide. La Novartis (una delle aziende farmaceutiche produttrici del vaccino) afferma che gli adiuvanti sono già stati largamente impiegati senza alcun problema ma  il Dr. Fauci, dell’Istituto Nazionale delle Allergie e delle Malattie Infettive, ha ribattuto che i vaccini adiuvati della Novartis erano stati utilizzati principalmente tra gli anziani, che tendono ad avere un sistema immunitario più debole e che ci sono meno dati sul loro uso tra i bambini i giovani adulti e le donne gravide. Il Dr. Jesse Goodman, Ricercatore Capo dell’FDA, così si è espresso in merito: “non ci sono note specifiche di sicurezza, pericolo o rilascio” con i coadiuvanti, “c’è soltanto più incertezza”.  Ha destato poi scandalo in Germania la notizia che i ministri e l’esercito tedeschi riceveranno un vaccino diverso da quello utilizzato dai cittadini. La diversità sta proprio nell’assenza dell’adiuvante allo squalene. In Svezia alcuni giornali riportano già centinaia di casi di gravi reazioni avverse al vaccino e vi sono indagini in corso addirittura sulla morte di alcune persone a seguito della vaccinazione ma di queste notizie nessuno sente parlare, le prime pagine dei giornali sono solo per i morti a causa dell’influenza A, anche se poi quasi tutti avevano già la salute seriamente compromessa per altre gravi patologie. La realtà è che i vaccini sono farmaci e in quanto tali non sono esenti da effetti collaterali e possono anche provocare la morte. Basti pensare che nel 1976, negli USA, fu prodotto un vaccino simile all’attuale, sempre contro l’influenza suina, che provocò molte reazioni avverse gravi. Almeno 25 persone morirono e 500 svilupparono la sindrome paralitica di Guillain-Barré. I ricercatori non hanno ancora capito come mai i vaccini anti-influenza suina del 1976 paralizzarono così tante persone e ciò significa che, attualmente, non si ha nessuna certezza sul fatto che questo nuovo vaccino non possa causare gli stessi gravi effetti collaterali avvenuti nel ’76.

4. L’influenza A è un’influenza poco aggressiva. Il virus A/H1N1 (o virus dell’influenza “suina”), pur avendo un elevato grado di contagiosità, si è dimostrato essere 10-20 volte meno letale della comune influenza stagionale. Si manifesta come una qualsiasi altra forma influenzale e le persone non immunocompromesse, guariscono praticamente tutte, in pochi giorni e senza ricorrere ad alcuna cura specifica. I pochi casi di persone decedute in Italia riguardavano quasi tutti persone già gravemente ammalate e ricordiamo che di influenza stagionale l’anno scorso sono morte circa 8000 persone senza che si sia verificata alcuna psicosi o dichiarazione di pandemia. In Australia, uno dei Paesi più colpiti e dove l’epidemia di influenza suina si è ormai conclusa, i dati sono molto confortanti: su una popolazione di oltre 20 milioni di abitanti sono state 179 le morti associate al virus, mentre ne erano state previste oltre 3mila. In Australia l’epidemia è stata superata tranquillamente senza fare alcun vaccino.

5. La vaccinazione di massa potrebbe favorire la mutazione del virus. I virus influenzali sono virus a RNA che mutano facilmente soprattutto in condizioni di ambiente ostile. Basta che il virus cambi, per mutazione o per riassortimento con altri virus, per rendere inefficace il vaccino già messo a punto. Sul piano teorico quindi, è proprio la vaccinazione di massa e l’abuso di farmaci che potrebbe indurre il virus a mutare in una forma più aggressiva. In Giappone e in Olanda questo è già successo, le autorità sanitarie hanno già identificato una nuova variante di influenza A resistente al Tamiflu (un farmaco antivirale) e tutti i casi individuati riguardavano pazienti cui era stato precedentemente somministrato lo stesso farmaco antivirale.

Cosa fare quindi? È evidente che ci sono modi più sicuri, semplici ed efficaci di combattere la pandemia che le vaccinazioni di massa:
rispettare le norme igieniche di base;
assumere adeguate dosi di vitamina C e D (secondo alcuni studi sono molto più efficaci e sicure del vaccino nel prevenire l’influenza);
– evitare il più possibile gli inutili allarmismi e le fonti di stress psicologico che sono tra le principali cause di malattia nell’uomo.

Dott. Tancredi Ascani, iscritto all’Ordine dei Medici Chirurghi di Perugia che praticano Medicine Non Convenzionali per la disciplina Medicina Omeopatica.

 

BIBLIOGRAFIA

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http://www.corriere.it/cronache/09_novembre_04/cosa-sappiamo-vurus-a-bazzi_507d1a86-c90b-11de-a52f-00144f02aabc.shtml
“Influenza vaccine effectiveness among children 6 to 59 months of age during 2 influenza seasons: a case-cohort study.” Szilagyi PG, Fairbrother G. et al. Arch Pediatr Adolesc Med 2008, 162, 943-51.
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http://www.lakemedelsverket.se/Alla-nyheter/NYHETER-2009/Sammanstallning-av-inrapporterade-biverkningar-av-Pandemrix/
Haber P, Sejvar J, Mikaeloff Y and DeStefano F. Vaccine and Guilaain-Barre syndrome. Drug Saf 2009, 32, 309-23.
1976 swine flu outbreak, Wikipedia, 22 July 2009, en.wikipedia.org
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/vaccino-no-grazie/2113641
http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/articoli/articolo462464.shtml
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“How to stop bir flu instead of the vaccine-antiviral model.” Ho MW. Science in Society 2007, 35. 40-42.
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/scienza/2009/10/13/visualizza_new.html_987594895.html

6 risposte a “Cinque ragioni per dire NO al vaccino

  1. L’articolo contiene numerose inesattezze ed affermazioni smentite ampiamente (come quelle sullo squalene e sul mercurio), questo è un articolo totalmente falsato. Però c’è una cosa che salta all’occhio dei più attenti.

    A proposito di questa sua affermazione:

    “si è arrivati alla conclusione che “non c’è nessuna evidenza che la somministrazione di un vaccino antinfluenzale a bambini dai 6 ai 24 mesi di età sia più efficace del placebo” [cioè di un finto farmaco].”

    Il Dottor Ascani dovrebbe a questo punto cambiare mestiere, è un omeopata mi pare, visto che TUTTI gli studi sui preparati omeopatici dimostrano che nessun rimedio omeopatico ha più effetto di un placebo. Per utilizzare le sue stesse parole, un “finto farmaco”.

    Certo, per un medico curare con “finti farmaci” deve essere una brutta frustrazione.

    Dispiace perdere in questo modo un rappresentante molto informato della classe medica.
    A quando le dimissioni?
    Grazie.

  2. Mi chiamo Cristina,non sono un medico, appartengo ad un’altra categoria spesso silenziosa, quella degli utenti, eventualmente pazienti…e di pazienza ce ne può volere molta quando ci si muove nella condizione di necessità e di fragilità che é spesso propria della malattia.
    Per quanto mi riguarda, non ho le competenze specifiche per stabilire se nell’articolo del dott. Ascani ci siano delle inesattezze o meno ma ne condivido pienamente il senso generale. Essendo adulta, avendo allevato due figli ora diciottenni, avendo conosciuto oltre lo stato di salute quello alterato della malattia propria e altrui, prego il dott.Ascani di non cambiare affatto mestiere, di continuare la sua pratica professionale con dedizione e quel tanto di ironia che gli renderà tollerabile questa lotta ad armi così impari. Aggiungo che sono passata all’omeopatia 25 anni fa e che ho mantenuto con soddisfazione questa scelta per un quarto di secolo. Non ho quindi alcun bisogno di chiedermi se l’omeopatia funzioni o no. Lo so per esperienza diretta.Non ho nemmeno bisogno di chiedermi se ciò che la rende efficace sia l’effetto placebo, mi é chiaro che non lo é, altrimenti non funzionerebbe sui bambini molto piccoli e sugli animali.
    Mi chiedo invece con inquietudine come le sperimentazioni sui farmaci omeopatici abbiano dato i risultati che hanno dato se sono state condotte adeguatamente e onestamente…

    Cristina G.

  3. >>L’articolo contiene numerose inesattezze ed affermazioni smentite ampiamente.>>

    Gentile utente WeWee, gradirei sapere quali sono le inesattezze che lei cita visto che il mio articolo è corredato di amplia bibliografia scientifica e facilmente verificabile.
    Inoltre mi pare che la veridicità di quanto scritto sia sotto gli occhi di tutti.

    >>>Il Dottor Ascani dovrebbe a questo punto cambiare mestiere, è un omeopata mi pare, visto che TUTTI gli studi sui preparati omeopatici dimostrano che nessun rimedio omeopatico ha più effetto di un placebo. >>>

    L’unico a scrivere inesattezze o meglio, falsità, qui è lei e farebbe bene a informarsi bene prima di affermare certe cose.

    Un gran numero di lavori scientifici, pubblicati anche da riviste scientifiche non legate all’omeopatia (quali il Lancet, il British Medical Journal, il British Journal of Clinical Pharmacology, l’European Journal of Clinical Pharmacology ecc.), hanno dimostrato l’efficacia terapeutica dell’omeopatia. Le prove a favore dell’omeopatia sono fondate sia sui dati della letteratura classica (studi clinici osservazionali) sia su un numero sempre crescente di dati della letteratura scientifica moderna (trials controllati e randomizzati). I dati fino ad oggi disponibili indicano con chiarezza che:

    1)l’omeopatia è efficace in numerose condizione cliniche;

    2)l’effetto dell’omeopatia è superiore a quello del placebo.

    Questi dati sono stati inoltre confermati dall’esperienza clinica di migliaia di medici e dal livello di soddisfazione di milioni di pazienti, in ogni parte del mondo.

    La ricerca scientifica omeopatica raccoglie ormai centinaia di pubblicazioni dall’esito positivo positive con effetti dei rimedi omeopatici verificabili anche in vitro (laboratorio): http://www.omeosan.it/forum/viewtopic.php?f=5&t=42

    Allo stato attuale delle conoscenze, affermare che non esistono studi scientifici che provino l’efficacia della medicina omeopatica significa fare FALSA INFORMAZIONE.

  4. Una domanda per il dott omeopata: scusa “quasi” collega ma nel tuo corso di laurea era prevista la chimica e la fisica? ti rispondo io, ne fate poca, niente e fatta male per questo i principi basilari della scienza vi sfuggono come sfuggono alla stessa pratica fanfaluchiera che vai sbandierando in questo blog. Il problema è che la gente più ignorante di te in materia, e ci vuole poco credimi, ti crede…mal per loro.

    consiglio agli utenti del forum, per ogni prova che porta lui la scienza medica ne porta altre cento contro poi arrangiatevi pure, presto tali pratiche alternative verranno bandite e rese illegali dal governo, sperando che si decidano, poi ti resta la Malesia per continuare, ciao Ascani

  5. Caro Luca, se quello che hai scritto è il massimo della profondità che riesci a raggiungere per controbattere al mio articolo (a cui la storia ormai ha dato ampiamente ragione) non ti sorprendere se medici come te e la medicina tradizionale in generale perdono sempre più in credibilità. E che la stragrande maggioranza degli studi scientifici siano pilotati dalle lobbies del farmaco ormai lo sanno anche in Malesia, che denigri tanto.

    Cordialmente

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